
Ho scritto l’ultimo articolo di questo tipo tre anni fa e, nel frattempo, ne è passata di acqua sotto i ponti. Ritengo di nuovo opportuno farlo perché mi rendo conto di due cose. La prima: la stragrande maggioranza di chi ci invia un testo non ne ha letti altri pubblicati sulla rivista e per questo problema non vedo nessuna soluzione. La seconda: c’è un equivoco, secondo me, su cosa sia un racconto breve della forma richiesta da Grande Kalma e cioè tra le duecentocinquanta e le settecentocinquanta parole. Su questo, invece, mi sento di poter e voler dire qualcosa.
È vero che il racconto breve ha un carattere monadico ed è una forma che può implicare la partecipazione attiva del lettore in termini di immaginazione. Nonostante ciò, avendo a disposizione tra le duecentocinquanta e le settecentocinquanta parole, le autrici o gli autori che si misurano con questa forma sono comunque chiamati a scrivere una storia e creare, quindi, un congegno narrativo che dia coerenza ai testi proposti. Arrivano troppi racconti in cui non c’è la storia o la storia non si capisce, tentativi di scrittura avanguardistica che risultano mozzi, goffi. Scrivere è comunicare a meno che non si stiano realizzando aforismi, poesie o microfinzioni.
Di seguito alcuni consigli che possono servire prima di mandare un testo a Grande Kalma ma anche per scrivere un racconto in generale:
- Prima di scrivere devi avere in mente una storia.
- Per stare nel perimetro della forma breve bisogna iniziare quanto più vicini alla fine e non tagliare alla fine: sono due cose molto diverse.
- Pensa bene prima di scrivere la storia che hai in mente: hai molto tempo per scrivere ma poco spazio.
- È giusto pensare a una partecipazione immaginativa del lettore ma se si lascia troppo spazio all’immaginazione del lettore, il racconto che lo scriviamo a fare?
- Se non hai idee ma tanta voglia di scrivere allora leggi dei racconti brevi: molto spesso non li legge nemmeno chi prova a scriverli!
- Per ottenere un bicchiere d’acqua in Giappone devi farti innanzitutto capire, poi magari fai pure il brillante con la persona che te lo serve: pensa così prima di scrivere una short story
Antonio Panico